Trivè: il bar italiano che diventa brand, grazie a un format replicabile e un’identità coerente
Sommario
In un’Italia che vanta oltre 130.000 bar, molti esercizi sembrano rimasti fermi agli anni ’80: vetrine sovraffollate, estetiche datate, assenza di posizionamento distintivo. Eppure, quello dei bar è uno dei settori più diffusi e rappresentativi del nostro Paese, con un valore complessivo di oltre 23 miliardi di euro annui. A prevalere è però la frammentazione: piccole realtà a gestione familiare, con margini ridotti e poca cultura di branding.
In questo scenario nasce Trivè, un format All Day Bar fondato a Torino da Ivan Daniele nel 2017. Un progetto che rappresenta molto più di una semplice catena di locali: è un esempio virtuoso di comunicazione integrata, posizionamento strategico e identità replicabile, pensato per diventare un nuovo riferimento nel mondo del food & beverage italiano.
Naming, posizionamento, promessa
La forza comunicativa di Trivè parte già dal naming: un nome semplice, evocativo, facile da ricordare e da pronunciare. Il payoff e l’identità visiva rimandano al concetto di continuità d’esperienza, riflettendo la mission del brand: essere il punto di riferimento della giornata, dalla colazione al dopocena, sempre con coerenza e qualità.
L’idea nasce da una constatazione chiave: in un Paese che pullula di bar, nessuno aveva ancora sviluppato un format procedurizzato e replicabile in stile internazionale. Il problema non è la mancanza di idee, ma la difficoltà di standardizzare un’attività così complessa e frammentata come quella del bar tradizionale, che attraversa cinque momenti diversi della giornata, ciascuno con logiche proprie.
Comunicazione = processo + identità
La comunicazione del brand Trivè non si limita alla parte esterna, visiva o promozionale. È un sistema integrato che parte dalla struttura operativa e organizzativa del business. Il cuore del progetto è infatti un laboratorio centralizzato, che produce lavorati e semilavorati standardizzati per tutti i punti vendita. Questo garantisce uniformità dell’esperienza e coerenza di marca, elementi chiave per qualsiasi progetto che voglia crescere come network.
Ogni Trivè è, di fatto, un punto di contatto con il brand, dove estetica, offerta e servizio sono sincronizzati per offrire una customer experience riconoscibile, affidabile e replicabile.
I numeri del progetto
Con cinque locali attivi (quattro a Torino e uno a Milano), Trivè ha già validato il proprio modello. Ogni punto vendita genera tra 1,2 e 1,8 milioni di euro di fatturato annuo, mantenendo sotto controllo il food cost (<30%) e il costo del lavoro (circa 32%).
L’obiettivo dichiarato è creare il primo brand italiano nella categoria bar, trasformando Trivè in una marca top-of-mind per chi cerca uno spazio flessibile e accogliente a qualsiasi ora del giorno. Un luogo “sicuro” a cui pensare per un pranzo veloce, un aperitivo tra amici, un appuntamento informale o un after dinner.
Comunicazione e strategia: il futuro di Trivè
Dopo aver consolidato la presenza a Torino, Trivè punta su Milano come città vetrina. Il nuovo flagship store in zona Brera sarà il modello comunicativo e operativo per le future aperture, non solo in Lombardia ma su scala nazionale. Sono già in cantiere 8-9 nuove sedi, mentre il franchising è pronto a espandersi in città come Alba, Brescia, Firenze, Vicenza e Roma.
Con un fatturato attuale di 5 milioni di euro e una proiezione a 25 milioni entro il 2028, Trivè si prepara a diventare un case study di brand positioning nel mondo food, con un’identità forte, una comunicazione coerente e un modello scalabile.
Perché interessa il mondo della comunicazione?
Il caso Trivè è un esempio concreto di come la comunicazione strategica possa nascere dall’organizzazione stessa dell’impresa. Branding, storytelling, standardizzazione del servizio e customer journey si fondono in un progetto che non ha bisogno di slogan urlati, ma parla attraverso l’esperienza.
Trivè non comunica solo attraverso spot o post sui social: comunica attraverso ogni dettaglio operativo.
Ogni menù, ogni arredo, ogni piatto è parte del racconto. In un’epoca in cui l’attenzione dei consumatori si conquista sul campo, la coerenza tra strategia di marca e delivery è la vera leva del successo.